giovedì 11 giugno 2009

GHEDDAFI AI SENATORI: NELL'86 STATI UNITI COME BIN LADEN


"Grazie agli Usa oggi l'Iraq è diventato un'arena aperta per i terroristi di al Qaida". Il discorso del leader libico a Palazzo Giustiniani è durato un'ora, poi la visita alla Sapienza, dove è stato accolto dai fischi degli studenti.
ROMA - Il leader libico Gheddafi è arrivato all'Università La Sapienza, dove terrà un discorso nell'aula magna. Al suo arrivo, all'esterno del rettorato, è stato accolto dai fischi degli studenti. Nell'ateneo intanto infuria la protesta contro il leader libico: gli studenti che stavano manifestando davanti al Rettorato hanno iniziato a lanciare fumogeni e secchi di vernice rossa alla vista di alcune auto blu. Alcuni fumogeni sono stati lanciati anche contro uomini delle forze dell'ordine. Polizia e carabinieri hanno tentato di fare indietreggiare gli studenti che poi sono fuggiti verso la scalinata della facolta' di Lettere, a pochi metri dal Rettorato. Le forze dell'ordine hanno blindato la piazza del Rettorato, dove sorge la statua della Minerva.

USA NELL'86 COME BIN LADEN - "Quale differenza c'é tra l'attacco degli americani nel 1986 contro le nostre case e le azioni terroristiche di Bin Laden?" E' l'interrogativo provocatorio posto dal leader libico Muammar Gheddafi nel suo intervento nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. "Se Bin Laden non ha uno Stato ed è un fuorilegge, l'America è uno Stato con regole internazionali", ha aggiunto il colonnello, che ha rincarato la dose contro Washington: ''Grazie agli Stati Uniti oggi l'Iraq e' diventato ''un'arena aperta'' per i terroristi di al Qaida - ha aggiunto - L'Iraq era una fortezza contro il terrorismo, con Saddam Hussein al Qaida non poteva entrare, ora grazie agli Usa e' un'arena aperta e questo e' un beneficio per al Qaida''.''Siamo contro il terrorismo e lo condanniamo'' ha aggiunto il leader libico, ma ''dobbiamo cercare di capire le ragioni vere di questo fenomeno pernicioso''. Dobbiamo ''dialogare anche con il diavolo, se necessario per capire il terrorismo''.

Ecco i punti salienti dell'accordo Italia-Libia:

IMMIGRAZIONE, ITALIA CONTROLLA FRONTIERE TERRESTRI LIBIA - Investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio di un rinnovato impegno della Libia a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro già stabiliti dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia, per l'altra metà sarà chiesto un concorso di spesa dell'Unione europea.

DA ITALIA 200 ABITAZIONI E RESTITUZIONE REPERTI ARCHEOLOGICI - L'Italia si impegna a realizzare alcune iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di 100 borse di studio universitarie e post-universitarie a studenti libici, la cura delle persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale.

150 MLN A ESULI ITALIANI E VISTI PER TORNARE IN LIBIA - Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzò re Idriss, potranno tornarvi con Visto turistico, ma anche per lavoro o altre finalità. Agli esuli dalla Libia si riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni l'anno dal 2009 al 2011.

MANOVRE MILITARI CONGIUNTE E ACCORDI INDUSTRIA DIFESA - Con successive discipline saranno definiti i tempi e i modi per lo svolgimento di manovre congiunte e scambio di esperti e tecnici. La collaborazione in questo settore riguarda anche le industrie militari. Italia e Libia si impegnano anche a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo.

L'ENI FINANZIERA' ACCORDO ATTRAVERSO PIU' IRES - L'Eni, in qualità di principale operatore nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, dovrà versare un'addizionale all'imposta sul reddito delle società (Ires) pari al 4% dell'utile prima delle imposte. Tale addizionale è dovuta dal 31 dicembre 2008 al 31 dicembre 2028, coprendo così la durata ventennale del rimborso di 5 miliardi di dollari.

http://www.ansa.it/ , giovedì 11 giugno 2009

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