lunedì 11 maggio 2009

L’importanza della parola online.


I giornali online hanno quasi tutti la stessa struttura. Troviamo cioè in prima pagina tutto ciò di cui abbiamo bisogno per l’informazione (rubriche, pubblicità, informazioni …) e, per quanto riguarda la costruzione della pagina stessa, presentano molto spazio e molto colore.
Il colore è ciò che manca ai giornali tradizionali. Certo, su un giornale posso mettere una foto, ma non posso offrire l’aspetto dinamico che può avere un’immagine. In pratica, una galleria fotografica non può essere realizzata sulla carta perché toglierebbe spazio alle parole. Per quanto riguarda il web invece, la galleria fotografica diventa un elemento di fortissimo impatto e rappresenta proprio una chiave di lettura, perché le immagini in sequenza sono molto apprezzate dagli utenti del web, anche più dei video che, ad esempio, necessitano tempi diversi di caricamento.
Le gallerie sono un grande vantaggio per l’online ma sono anche un grande limite. La delega all’immagine dà al giornalista una sorta di alibi e porta a giustificare il non perdersi troppo sul testo. Perché sprecarsi a scrivere qualcosa di incisivo quando a fare notizia basta l’immagine stessa?
Questo, in Italia, è un problema: non si scrivono testi per il web. Non esiste un giornalismo online vero e proprio perché non c’è richiesta di un giornalismo online.
Proviamo a pensare numericamente: su cento giornalisti delle redazioni cartacee, otto sono i giornalisti delle redazioni online. È facile quindi dedurre che scrivere sul web non è come scrivere sulla carta.
Grande novità dei giornali online sono i commenti, e quindi questo potenziale aspetto di comunicazione tra il lettore e la redazione, che però, sempre, si trasforma in un “commentare i commenti” e quindi in un dialogo tra lettori.
Interessante è anche notare che ci sono dei sistemi di aggregatori di pubblicità legati al contenuto dell’articolo. Ad esempio, ad un articolo dove si parla di macchine troviamo facilmente abbinata una pubblicità di una qualche marca automobilistica.
Facilmente si trovano sul web articoli non firmati. Questi sono “copia-incolla” di articoli d’agenzia. Lo scrittore di agenzia non ha interesse a scrivere per il web. E ecco sorgere spontanea la domanda: che valore ha la parola?
Sembra che la parola sia semplicemente una chiave di accesso a una tecnologia. Per assurdo diventa secondaria, perché è molto più importante saper fare il resto (che può essere scrivere un articolo in poco tempo, avere una buona capacità di sintesi, saper colpire l’attenzione del lettore con facilità …) ed ecco che, quando l’importanza è data soprattutto alla fretta, risulta impossibile parlare di “giornalismo tradizionale”.
Cambierà mai questa situazione?
Murdoch propone di far pagare i giornali online.
L’informazione a pagamento sul web non potrà certo essere uguale a quella gratuita e quindi, in questo caso, tutto ciò che ho detto fino a adesso inevitabilmente cadrà.
Ma soprattutto la parola dovrà finalmente avere importanza. Ci dovrà essere un grosso lavoro redazionale e finalmente ci sarà un importante bisogno di professionalità.

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