venerdì 29 maggio 2009

Considerazioni che si muovono


tra Internet, il fenomeno Facebook e i rischi della rete.

È giusto fare una premessa: il fenomeno Internet e i suoi rischi sono stati analizzati e studiati in tante sedi e in vari modi.
Questo vuole essere un punto di vista diverso, cioè quello di un utente che non solo ha utilizzato internet fin dai suoi primi passi, ma che ha anche adoperato i suoi strumenti sociali molto attentamente.
Devo dirlo subito, Internet in sé non e' pericoloso più di quanto non lo sia la televisione. La costante immersione sociale in cui siamo bombardati di messaggi subliminali e iniezioni di sesso e violenza, non sono maggiori in Internet, da un punto di vista di utente medio, ma diventano pesanti, e spesso fuori limite, quando l'utente inizia a “cercare”. Si sa che e' insito nella maggior parte di noi un che di morboso che ci porta a guardare ad esempio incidenti stradali con occhi avidi, e è quindi facile cadere nella tentazione e cercare.
Internet oggi e' una porta verso il mondo sempre aperta e sempre aggiornata in cui si trova ogni sorta di informazioni e divertimento. Il fenomeno negli ultimi anni e' diventato sempre più globale, coinvolgendo utenti di ogni età e etnia.
Grosso modo 8 anni fa iniziavano a svilupparsi le prime chatroom di massa, e con esse strumenti di collegamento che permettevano all'utente di essere sempre connesso con i suoi contatti. Fin dai suoi albori commerciali internet ha rappresentato molteplici insidie: dopotutto la censura di un “mondo” così vasto e' utopistica e filtrare i contenuti non è sempre possibile.
Tristi realtà come la pedofilia, le truffe organizzate, il furto e, addirittura, gli scambi di informazioni tra criminali, sono sempre esistite dietro ai luccicanti ammiccamenti virtuali ed è facile inciamparci, specialmente per quegli “utenti deboli” che si avvicinano a internet senza cognizioni precise.
Le chatroom sono sempre finite sul banco degli imputati in quanto purtroppo spesso luogo di adescamento di minori e, in generale, luogo di raggiro di persone.
La realtà e' semplice: lo schermo nasconde le identità, e per chiunque e' facile fingersi chi vuole.
C'e' chi usa questo vantaggio in modo ingenuo per descrivere un altro se stesso magari migliore, ma c'e' chi invece usa questo vantaggio per raggirare qualcun altro, e purtroppo e' relativamente facile per un uomo maturo spacciarsi per un bambino o compagno di giochi e convincere un minore a incontrarlo.
E' una realtà triste che però, vista anche la totale mancanza di limiti di età, si verifica spesso, specialmente in quei posti dove l' informazione sociale e' minore.
In Italia e in generale nei paesi più sviluppati, fortuna o disgrazia che sia, gli utenti fin da piccoli passano molte ore online e sono spesso avvisati e smaliziati a questi tristi incontri, quindi i rischi dovrebbero essere più ridotti seppur di certo non debellati..
Qualche anno fa in America e' nato un sito chiamato Grade, che permetteva, attraverso una ricerca di nome e anno scolastico, di rintracciare vecchi compagni di classe. Un idea suggestiva che ha permesso di riunire persone e rapporti persi da tempo. È qui che entra in scena il fenomeno attuale, salito agli onori col nome di Facebook, un sito in cui previa registrazione del proprio nome e' possibile tenersi in contatto con gli amici e i conoscenti, o anche, in alcuni casi, con i propri artisti, sportivi e personaggi in generale preferiti.
Un mondo luccicante, che come altri servizi che hanno assunto il nome di “social network”, permette di tenere un proprio diario virtuale con tanto di foto giochi e applicazioni. Tutto oro quello che luccica?
Diciamo che Facebook e' molto meno invasivo di altre applicazioni: l'utente decide chi visionare e aggiungere, e la sicurezza del nome reale spesso e' garantita. Tuttavia esiste anche qui un fenomeno che sta' letteralmente invadendo la piazza globale, quello cioè del furto d'identità: persone che si spacciano per altri, magari personaggi famosi attori o altro; e se per un personaggio pubblico questa realtà non esiste solo da adesso, per persone “comuni” è una questione più complicata, in quanto sono centinaia i casi di utenti diffamati e disagiati da questa situazione. C'e' chi ha perso il lavoro, chi delle relazioni importanti e molto altro.
C'e' un caso, certo un estremo, ma vorrei citarlo perché è un fatto di cronaca tristemente reale e non certo virtuale. Un londinese di 34 anni e' stato condannato all' ergastolo dopo la violenta uccisione della moglie Emma, la moglie, era rea agli occhi del marito, di aver cambiato il suo status in Facebook, dopo la recente separazione, passando quindi da “sposata” a “single”. È certo un caso estremo ma a mio parere ben rende quella che e' purtroppo da anni una realtà concreta e pericolosa perchè Facebook, e i suoi simili, sono programmi di facile comprensione e che vengono usati spesso per svariate ore quotidiane. In un mondo in cui la realtà è molte volte destabilizzante, internet permette di vedere altri punti di vista e di vivere vite “parallele”: in un caos così totale è fin troppo facile, per tutti, cadere nella trappola della rete.
La domanda che sorge spontanea è: ma se Internet è così pericoloso e deviante perché non porre dei limiti al suo accesso? Diciamo subito che i limiti e i controlli ci sono, e ricordiamo anche che spetta sempre al buonsenso dell' utente e alla sua informazione trarre il meglio dalla rete.
Ho premesso che di Internet sono stato, e sono ancora, un utente attivo, e la mia esperienza personale fa segnare molti punti a favore della rete in quanto attraverso questa ho avuto modo di ''incontrare'' persone che poi, conoscendo dal vivo, ho ritenuto meravigliose; ho la possibilità di far sentire la mia voce a chiunque voglia sentirla, di essere sempre informato su ciò che suscita il mio interesse e, usando alcuni strumenti tra i quali Facebook, con le giuste attenzioni posso godere di servizi stimolanti e divertenti.
In conclusione, come per quasi ogni aspetto della vita reale, anche Internet prevede sempre due facce della medaglia, solo che mentre la prima e' sempre sbandierata e visibile con facilità, la seconda spesso e' mascherata e agisce nell' ombra.
Io credo che questo fenomeno, che già adesso è una realtà su vastissima scala, andrà sempre maggiorando e conglobando il maggior numero di utenti e attrattive, è bene perciò continuare a tenere gli occhi aperti e cercare di informarsi sempre sulla sicurezza o meno di ogni nostra operazione, perché è facile innamorarsi di un bel fuoco d'artificio, ma anche se nessuno lo sospetta, e raramente se ne accorge, è anche facile bruciarsi con la polvere da sparo che lo alimenta.

Enrico Alibani

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